Vincisgrassi o vincesgrassi o swincisgrassi sono un primo piatto tipico, considerato uno degli emblemi della cucina marchigiana.
Come tutte le migliori ricette delle Marche, anche i vincisgrassi, vengono preparati in tanti modi differenti di casa in casa. E ovviamente ciascun marchigiano pensa, anzi urla a gran voce, che la sua ricetta sia quella originale!

Originariamente i vincisgrassi venivano preparati in occasione di feste importanti, come gli sposalizi tradizionali.

Era considerato un piatto importante, non solo per la sua infinita bontà stratificata, ma anche perchè dava un certo tono di importanza agli sposi e al banchetto stesso. Probabilmente per via del fatto che fosse composto da tanta carne e considerato un piatto ricco.

vincisgrassi_scacchi

Ma cosa sono questi vincisgrassi?

Si tratta di una pasta al forno composta da strati di pasta sfoglia alternati a dosi generose di ragù. Come ultimo strato si usava mettere tradizionalmente del latte o la “balsamella”. Ad oggi in molti la ultimano anche con una bella spolverata di parmigiano o pecorino grattugiato. Creando la quasi poetica crosticina bruciacchiata ambita dai più golosi.

Anche il numero di strati è questione di dibattito, c’è chi ne fa pochi mentre altri sostengono che debbano essere almeno dieci.

Vincisgrassi, guai a chiamarli lasagne!

I vincisgrassi differiscono dalle lasagne per diversi ingredienti. Innanzitutto nel tipo di ragù, preparato con carne tagliata grossolanamente e non macinata. Importante inoltre che la carne utilizzata non sia il macinato di manzo eh! Con i sentimenti non si scherza!

Ed anche nella besciamella, più soda, che dà al piatto una compattezza maggiore anche chiamata “balsamella”. Inoltre è sicuramente caratterizzante la presenza di spezie come chiodi di garofano, noce moscata e maggiorana.

Qui di seguito trovate una delle tante ricette contadine dei vincisgrassi che ci hanno lasciato i nonni di un tempo. Più nello specifico risale al libro “Antologia della cucina popolare” scritto dalla Comunità Montana Alta Valle dell’Esino.
ps. inserisco il testo pari pari per elogiare anche il modo di esprimersi del tempo.

RICETTA POPOLARE dei Vincisgrassi:

Per la pasta:
– mezzo chilo di farina di grano
– quattro uova fresche

Per il sugo:
– rigaglie di pollo o d’oca o di papera
– un pezzo d’agnello con l’osso
– un pezzo di carne di vitello
– un pezzo di carne di maiale
– un cucchiaio di lardo battuto
– una cipolla intera
– una costa di sedano
– una carota intera
– tre chiodi di garofano
– noce moscata
– due cucchiai di conserva o pomodoro fresco
– un bicchiere di vino di casa
– un bicchiere di latte bollito
– maggiorana
– sale e pepe

Per preparare il piatto è necessario stendere la sfoglia di pasta all’uovo, tagliarla in pezzi rettangolari, che vanno bolliti e asciugati su di un telo.
Nel frattempo si sarà messo su il sugo a cuocere per qualche ora, in base al tempo a disposizione. In genere le nonne lo mettevano su la mattina presto e lo lasciavano andare finchè era il momento di assemblare i vincisgrassi.

Una volta cotta tutta la pasta sfoglia, va poi disposta in una teglia mettendo tra uno strato e l’altro il ragù. A terminare la ricetta, l’ultimo strato di vincisgrassi sarà coperto da altro sugo e da besciamella. Il tutto poi si inforna e si ritira quando il primo strato è diventato croccante. 

vincisgrassi_marchigiani

Che altro ve devo dì? Una volta sfornati i nostri Vincisgrassi va magnati subito.
Ma attenti che anche se non pare… scotta da morì!!

Grande protagonista della Colazione di Pasqua: ecco a voi la ricetta della pizza di formaggio secondo la ricetta autentica marchigiana!
La pizza di formaggio, o crescia come viene chiamata in alcuni comuni delle Marche, è uno dei pochissimi piatti che è presente praticamente in tutta la regione durante il periodo Pasquale. Ovviamente con alcune variazioni sulla ricetta ma l’importante è gustarla insieme a ciauscolo, lonza e un ottimo vino roscio.

pizza di formaggio

Se fino ad ora avete pensato che la pizza di formaggio fosse troppo difficile da riprodurre a casa; grazie a questa ricetta presa dal blog di Il Soffio di Zefiro vi ricrederete!

Navigando online mi sono imbattuta in tante ricette per realizzare la pizza di formaggio: chi mette lo strutto e chi il burro, chi fa lievitare l’impasto un’ora e chi invece tutta la notte.
Insomma, alla fine ho scelto questa ricetta perchè l’ho trovata semplice e perfetta anche per una incapace come me.

E se ci sono riuscita io, potete fare una pizza di formaggio coi controfiocchi anche voi!

Ma bando alle ciance, andiamo al sodo. Ecco la lista di ingredienti che vi occorreranno per realizzare una pizza di formaggio da circa 1 kg oppure due da circa 500grammi. Dipende dallo stampo che avete in casa o trovate da acquistare.

pizza di formaggio

INGREDIENTI:

  • 4 Uova
  • 150 ml di Latte
  • 3 cucchiai di Olio extravergine d’oliva
  • 100 g di Parmigiano reggiano (grattugiato)
  • 100 g di pecorino (grattugiato)
  • 500 g di Farina 00
  • 1 cubetto di Lievito di birra fresco (o una bustina di secco)
  • 2 cucchiaini di Sale
  • 1 cucchiaino di Zucchero
  • 1 cucchiaino di noce moscata
  • 100 g di pecorino (a cubetti)
  • 1 cucchiaino di Pepe nero

PROCEDIMENTO:

Per realizzare la pizza di formaggio possiamo scegliere tra 3 metodi per impastare: la macchina per il pane, la planetaria o le allenatissime braccia da Vergara!

Se, come me, impastate a mano, vi basterà mettere man a mano tutti gli ingredienti in una ciotola capiente e usare una forchetta o una frusta per amalgamare il tutto.

Per realizzare la nostra pizza di formaggio si inizia sbattendo le uova e aggiungendo poi il latte nel quale avrete sciolto il lievito di birra e infine l’olio.
Si prosegue poi unendo anche la farina, il pecorino grattugiato e il parmigiano grattugiato.
In ultimo inseriremo anche gli aromi: il sale, lo zucchero, il pepe e la noce moscata.

Se necessario, spostate l’impasto sulla spianatora e lavoratelo fino ad ottenere una malgama omogenea.

Già profuma la vostra pizza di formaggio, vero?! E quello che deve da venì!!

pizza di formaggio

Quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati tra di loro e avrete una palla unica di impasto, lasciatelo lievitare per circa 2-3 ore o comunque fino a raddoppio, nella ciotola in ambiente caldo ed umido.

Trascorso questo tempo, o comunque quando l’impasto sarà raddoppiato, spostate il vostro impasto di pizza di formaggio sulla teglia, o stampo, dove lo cuocerete.

Se usate uno stampo usa e getta come me, tipo quelli che di solito si usano per il panettone o per il panettone gastronomico, non avrete problemi.
Se invece usate una tortiera tonda, rivestitela di carta forno, oppure ungetela e spolveratela con del pan grattato per evitare che si attacchi.

pizza di formaggio

Una volta che la pizza di formaggio sarà nello stampo, tagliate a cubetti o listarelle grossolane il pecorino fresco e inseritelo verticalmente nell’impasto in più punti. Durante la cottura fonderà e creerà i caratteristici buchi della nostra pizza di formaggio marchigiana.

Lasciate poi lievitare di nuovo per 2-3 ore, trascorse le quali potrete procedere alla cottura.

pizza di formaggio

Terminata la seconda lievitazione, dopo almeno un paio di ore, sarà ora di mettere la pizza di formaggio in forno!
Cuocete la vostra pizza di formaggio marchigiana a 160° per circa un’ora in forno ventilato.

ATTENZIONE: se dividete l’impasto in due stampi da mezzo kilo come me, i tempi di cottura dimuiscono. Perciò la prova stecchino è sempre consigliata, così come tenere d’occhio la pizza di formaggio in forno.

pizza di formaggio

Una volta sfornata la pizza di formaggio avrete la cucina invasa dal profumo inebriante del pecorino, vi consiglio di trattenetevi dal farla fuori subito perchè rischieresti di ustionarvi!

Come gustare al meglio la vostra pizza di formaggio?
Da sola è già ottima così, ma insieme ad una bella fetta di lonza è decisamente il connubio che preferisco di più.

E anche la Pasqua è salva!

pizza di formaggio

La Pasqua si avvicina e anche per quest’anno non sarà la solita festa. Tradizionalmente questo tipo di festività è caratterizzato da una gran casciara, un mucchio di parenti, i piatti tradizionali e un pranzo che diventa merenda che si trasforma in cena.
Bei tempi!

Purtroppo non potremo avere tutti i nostri parenti a tavola, ma una cosa possiamo farla. Possiamo continuare le tradizioni a suon di piatti Pasquali.
Ai tempi di nonna, quando ancora “java a contadì”, la Pasqua iniziava con una grande colazione a base di salame, calcioni (caciù) e vino rosso.
Mica male, no?

Ecco quindi che oggi vi propongo la ricetta della nostra amata Tamara di Perle e Ciambelle per realizzare dei profumati e saporitissimi CALCIONI o PICONI di formaggio!

Forse qualcuno di voi si ricorderà che durante il primo lock down dello scorso anno, proprio insieme a Tamara abbiamo fatto delle dirette social per insegnare a delle incapaci come me a diventare un pò più Vergare.
Tra le tante ricette abbiamo imparato a fare Tagliatelle, Gnocchi, Tortellini e anche gli immancabili Calcioni o Piconi di formaggio.

Bando alle ciance, la Vergara è una donna concreta e di poche perdite di tempo, quindi arriviamo subito alla ricetta!
Le fasi sono poche e abbastanza semplici da seguire, l’unico inghippo è che se stai pensando di realizzare i CALCIONI o PICONI di formaggio devi iniziare il giorno prima della loro chiusura e cottura.

caciù o piconi di formaggio

La Ricetta è per realizzare circa 25 Caciù, dipende dalle dimensioni che scegliete di fare.

INGREDIENTI per la farcia
(da preparare la sera prima)

  • 50g di parmigiano grattugiato
  • 450g di pecorino grattugiato
  • 5 uova

Come preparare la farcia:
Sbattere le uova con una frusta e incorporate man a mano i due formaggi grattugiati, fino a che l’impasto diventa più corposo da richiedere l’impasto a mano.
Lasciare il composto nella ciotola dove lo avete preparato e coprire con della pellicola alimentare.
Ovviamente lasciate la farcia dei calcioni o piconi di formaggio in frigorifero fino al suo utilizzo del giorno dopo.

INGREDIENTI per la sfoglia

  • 250g di farina
  • 1 uovo
  • 15g di olio
  • 75ml di latte
  • 2 tuorli per spennellare

Come preparare la sfoglia:
Se sapete fare le tagliatelle siete a cavallo, se invece non avete mai impastato in vita vostra nessuna paura… se ci riesco io potete farlo anche voi!

Fate la classica fontana di farina sulla spianatora e al centro rompete l’uovo. Impastate dapprima con la forchetta prendendo mano a mano un poco di farina alla volta dai bordi.
In ultimo impastare con le mani, aggiungendo l’olio evo e il latte a temperatura ambiente fino ad ottenere un composto omogeneo ed elastico. Coprire con la pellicola e fare riposare per circa un’ora.

Passata l’ora di riposo, è il momento di tirare la sfoglia!
Se siete coraggiosi potete farlo con il mattarello cercando di arrivare ad uno spessore di circa 1 mm, ma se avete la “Nonna papera” vi consiglio di utilizzarla.
Una volta pronta la nostra sfoglia bisogna farcire i nostri Calcioni o Piconi di formaggio e chiuderli nella loro forma caratteristica a mezza luna.

calcioni di formaggio

Fare come per i ravioli : mettere al centro un pò del composto di formaggi ed uova, ricoprire con l’altra metà della sfoglia e ritagliate con la ruota dentata.
Spennellare poi la superficie dei calcioni o piconi con il tuorlo dell’uovo leggermente sbattuto e con l’aiuto della punta delle forbici “pizzicate” la superficie incidendola con un taglio a croce.

NB. Durante la diretta Tamara ci ha spiegato che “pizzicare” la sfoglia è fondamentale, perchè in fase di cottura permette al calcione di formaggio di far uscire l’umidità senza aprirsi sui bordi.

Una volta pronti, adagiare i calcioni o piconi su una teglia ricoperta di carta forno e infornate a circa 160°-170°C (il forno deve essere già caldo) per circa 25 minuti. Attenzione perchè i minuti variano in base alle dimensioni dei vostri calcioni, quindi basatevi sulla loro bella doratura.

Quando saranno cotti avete due scelte:
– o sfidate la sorte gustandoli ancora caldi bruciandovi il palato ma scoprendo un sapore esplosivo che vi manderà in estasi
– oppure li disponete su una griglia a raffreddare ben bene.

Sentimento, sinergia e riscoperta delle tradizioni.

Se dovessi riassumere in poche parole il mio #ripartidaisibillini sarebbe così. E nelle prossime righe vi spiego anche perchè!

Intanto cercate di chiudere gli occhi e immaginate di percorrere la Via Salaria, lasciandovi Ascoli Piceno alle spalle direzione Acquasanta Terme. Questa meta più conosciuta per le omonime e benefiche terme naturali, in realtà offre ben più di questo… vi è un viale dove è possibile trovare le più speciali specialità locali. Altro che Via Monte Napoleone, ad Acquasanta c’è la vera via dello shopping tripposo. Tra pasta fresca, carni a km0, pane e dolci tradizionali, funghi e crema di fave, è proprio qui che si gode!

riparti dai sibillini

Da questa tappa di #ripartidasibilliniexperience3 non sapevamo proprio che aspettarci, un po la zona la conoscevamo e quindi temevamo di non scoprire niente di nuovo e invece… Le Marche ci hanno stupito ancora una volta.

A partire dalla sprintosissima Ombretta che ci ha ospitato nel suo Agriturismo Arcera fatto di ninnoli e tradizione, lei non è una cuoca ma ha capito bene che se si hanno prodotti di qualità i suoi ospiti se ne vanno col sorriso.

riparti dai sibillini

Ombretta ci ha guidato per la via del gusto e ci ha presentato Concetta che, insieme a suo marito, produce a mano le autentiche olive ascolane da “soli” 39 anni e ci ha confessato che è proprio questo il suo elisir di giovinezza. La sua è una “pasta fresca” tradizionale, dove è possibile trovare raviolini, tagliatelle di vari formati e le immancabili olive ascolane da mangiare una dietro l’altra… altro che ciliegie!

riparti dai sibillini
riparti dai sibillini

Qualche passo più giù, ci siamo recati da Mattia del forno Marozzi, che anche grazie al supporto di suo figlio sforna ogni ben di Dio. Cacciannanz, spumini, ravioli di castagne non hanno segreti per lei, e d’ora in poi nemmeno per noi!
Se siete in zona per fare una scampagnata, non potete non passare da qui per una soffice cacciannanz o un dolce della tradizione. Da Marozzi niente dolci modaioli, ma solo gusto autentico e ricordi d’infanzia… più che un forno è un salto nella cucina della nonna.

riparti dai sibillini

E la carne? Sia mai che facciamo un pasto senza! Ombretta ci ha portato da Sandro della storica macelleria Petrelli, una vera e propria boutique per carnivori.
La sua attività di famiglia è partita 53 anni fa, e da sempre si occupa di numerosi capi a filiera chiusa. Ciò vuol dire che dall’allevamento, in uno splendido stabilimento immerso nel verde, alla macellazione e vendita al dettaglio in centro ad Acquasanta, vengono seguite tutte le varie fasi di lavorazione internamente.

riparti dai sibillini

Abbiamo conosciuto tante persone, ascoltato di progetti legati alla tradizione e dediti alla riscoperta di quelle che erano le azioni scontate delle nostre nonne.
Proprio come la raccolta delle erbe spontanee, che prima si faceva per necessità, mentre ora grazie al libro “Percorsi delle erbe” si consiglia per scoprire i Sibillini attraverso 12 essenze spontanee e 12 ricette dedicate. 

“Percorsi delle erbe”

“Percorsi delle erbe” è un progetto che nasce dalla collaborazione di cinque associazioni: Comitato Sisma Centro Italia, Lega Ambiente, Sibillini Segreti, Slow Food e La Casa delle Erbe di Maria Sonia Baldoni. Fondamentale è stato anche il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.

Più che un libro è un percorso che parte dai territori e che, seguendo la variabilità delle stagioni, porta il lettore ad immergersi nei verdi prati marchigiani per raccogliere di volta in volta le erbe spontanee.

Ricordate le erbe “trovate” dei nostri nonni? Ecco, proprio quelle!

riparti dai sibillini

L’ultima delle giornate di #ripartidaisibillini si è svolta presso l’Agriturismo Arcera (splendido sotto tanti punti di vista e che merita un articolo a parte). Qui abbiamo assistito alla “presentazione” di questo libro raccontata proprio da coloro che hanno lavorato per crearlo. Ovviamente vista la particolare situazione che questo periodo ci riserva, si è trattato di una presentazione con poche persone e proprio per questo parlarne è decisivo per far sapere a più persone possibili del progetto.

La raccolta delle erbe è l’emozione del toccare, sentire, riconoscere, onorare la natura e gustare l’armonia

Citazione ripresa dal libro Percorsi delle erbe

Come si evince dal nome, le grandi protagoniste di questo libro sono senza dubbio le erbe. Ideali come contorno, nelle minestre, da mangiare crude in insalata, all’interno del libro Percorsi delle erbe potremo non solo iniziare a riconoscere queste erbe spontanee ma potremo anche cucinarle grazie alle 12 ricette dello chef Gilbert Casabur.

Durante la presentazione si è esordito dicendo “Le erbe e la natura ci accompagnano da quando esistiamo, oggi in particolar modo hanno grande importanza e non vanno assolutamente dimenticare. Questo libro è piccolo ma rappresenta un grande concentrato di lavoro”, il lavoro in questione ha richiesto ben due anni di studi e ricerche. Niente è stato lasciato al caso, nemmeno la stagionalità con cui vengono proposte le erbe che poi sono successivamente abbinate ad un piatto del momento.

riparti dai sibillini

Ma che c’entra questo libro con il progetto #ripartidaisibillini ?
Tutto! Perchè insieme alle dodici essenze spontanee e alle dodici ricette di cui vi accennavo, c’è tutto un percorso di riscoperta che si snoda proprio nei Sibillini. Il cuore dell’Italia che abbiamo l’onore di ospitare nella nostra meravigliosa regione.
Si parte da Acquasanta Terme con il percorso Primavera, si arriva poi ad Amandola con il percorso Estate, ci si incammina verso Montemonaco per il percorso Autunno e si termina con l’ultima tappa di Monte San Martino e il percorso Inverno.

Una vera e propria passeggiata nelle tradizioni dei nostri nonni, una riscoperta dei nostri territori e la possibilità di iniziare a guardare con occhi nuovi la natura e ciò che ci offre.

riparti dai sibillini

La fine di Settembre per un marchigiano doc vuol dire solo due cose: vendemmia e mosto!
Grazie a questo liquido dolcissimo è possibile realizzare diversi dolci della tradizione contadina marchigiana e tra questi spicca la Ciambella di mosto, c’è anche chi con la stessa ricetta la fa a forma di filone.
Insomma, fatela come ve pare, la goduria nel mangiarla sarà la stessa!

Ciambella di mosto marchigiana:
la ricetta della Vergara Sandra

Come per le altre ricetta della rubrica “Ricette Trippose”, anche questa della ciambella di mosto marchigiana non è una mia creazione. Non sono una cuoca provetta però sono una a cui piace mangiare bene anche a casa, e quindi mi affido alle ricette delle mia Vergare di zona preferite per realizzare cose che pensavo impossibili.
Una di queste è sicuramente la ciambella di mosto, se non ci fosse stata la ricetta di Le Padelle Fan Fracasso di Sandra Merizzi, col ciufolo che mi ci sarei avventurata!

ciambella di mosto

Prima di scrivere ingredienti e ricetta della ciambella di mosto faccio una grande premessa, questa è stata la mia prima volta e a ritroso so già come perfezionare il tiro. E anche se è venuta un po’ troppo cotta, errore mio, il profumo ed il sapore sono qualcosa di eccezionale.
Ecco perchè vi scriverò alcune indicazioni da dilettante dei fornelli e ricordate: se ce l’ho fatta io, può farle chiunque con la giusta ricetta!

Ciambella di mosto marchigiana:
la ricetta della Vergara Sandra

INGREDIENTI:
Lievitino:
– 150g. di acqua a temperatura ambiente (o anche mosto che è ancora meglio)
– 18g. di lievito di birra fresco
– 150g. di farina O

Impasto:
– 1000/1050g. di farina O dipenderà dalla forza (se l’impasto sarà ancora appiccicoso aggiungetene un po’ di più)
– 500 ml di mosto crudo tiepido
– lievitino
– 180g-230g. di zucchero (l’ideale sono 200 g)
– 3-4 cucchiai di semi di anice
– 160g. di olio extravergine di oliva
– un pizzico di sale

Ciambella di mosto marchigiana:
la ricetta della Vergara Sandra

PROCEDIMENTO:
Step 1 – Lievitino


Impastate gli ingredienti del lievitino e lasciate riposare per un ‘ora e mezza nel forno spento.
(( Facile no?! ))

TIPS – vi consiglio di calcolare bene l’orario globale di tutta la preparazione! Se iniziate tardi, alle 18:30 come ho fatto io, vi ritrovate a cuocere a mezzanotte e a sfornare ciambelle di mosto un po’ troppo abbronzate.

Step 2 – Impasto

In una ciotola capiente mettete il mosto, sciogliete il lievitino e aggiungete tutti gli altri ingredienti impastando fino ad ottenere una massa liscia e compatta che lascerete lievitare fino al raddoppio.

TIPS – vi consiglio di impastare bene il tutto per renderlo più omogeneo possibile. Io, tornassi indietro, lo impasterei ancora per qualche minuto in più.

C’è bisogno di un po’ di pazienza per questa ricetta, perchè vorresti mangiartela subito ma i tempi di lievitazione sono necessari quanto pallosi. Ma pur sempre necessari!

Ciambella di mosto marchigiana:
la ricetta della Vergara Sandra

Step 3 – Forma

Riprendete l’impasto e dividetelo in quattro parti, formate dei filoncini con i quali formerete le ciambelle. Lasciate lievitare ancora fino al raddoppio e fino a che il buco sarà piccolo, sempre nel forno spento.

TIPS – vi consiglio di posizionare le ciambelle che formerete direttamente sulla carta forno e sulla teglia di cottura. In questo modo non dovrete spostare niente e una volta ultimata la lievitazione, tutto in forno e buona notte!

Step 4 – Cottura

Una volta che vedrete le ciambelle gonfiate bene e il buchino al centro sarà piccino piccino, è ora di metterle in forno!
Cuocete a 180° fino a che diventeranno scure.

TIPS – occhio alla cottura!!!!
TIPS 2 – se per voi 4 ciambelle sono troppe, una volta cotte alcune le potreste tagliare a fette e tostarle in forno a mo’ di fette biscottate.

ciambella di mosto

Ciambella di mosto marchigiana:
la ricetta della Vergara Sandra

CONSIGLI PER LA TRIPPA:
Potete gustare una bella fetta di ciambella di mosto marchigiana con marmellata fatta in casa, miele, uva ma la morte sua è con una generosa dose di crema alla nocciole!

Se vi interessa, la Vergara Sandra mi ha anche insegnato a fare i maritozzi classici, clicca qui per scoprire la sua ricetta infallibile e profumatissima! -> https://www.casatrippa.it/maritozzi-marchigiani-la-ricetta-soffice-e-profumata-di-sandra/

Conosci già Vero Bottega & Bistrot? Scommetto che la risposta è no!

Faccio subito outing e confesso che non sono stata io a scovare questo nuovo locale di San Benedetto del Tronto, il Vero Bottega & Bistrot, ma il food hunter in questo caso è il Trippone. In fondo ci lega la Trippa, no?!

Ieri siamo passati a fare una cena veloce, eravamo in zona per lavoro, e non potevamo fermarci in un locale migliore. Ottima offerta di prodotti del territorio, sia nella “bottega” che al “bistrot”, ambiente piacevole, perfetti padroni di casa, panini belli pieni e goduriosi.

vero bottega&bistrot

VERO Bottega & Bistrot, la novità a San Benedetto del Tronto

Ma andiamo nello specifico, Vero Bottega & Bistrot è un nuovo locale aperto solo dal 9 Luglio. Ecco perchè credo che molti di voi ancora non lo conoscano. ANCORA.

I padroni di casa sono Massimiliano, spigliato buongustaio romano de Roma, e Daniele, intenditore doc de noiatri. Con estrema cortesia e competenza si occupano di selezionare tutte le proposte acquistabili “al taglio” in bottega oppure “mangiabili” seduti comodamente al tavolo del bistrot.

L’offerta di Vero Bottega & Bistrot include tanti prodotti del territorio tra cui troviamo i formaggi di Fontegranne, i salumi di Re Norcino, i vini della Cantina Aurora e le verdure (anche lavorate) dell’azienda agricola Rasoterra. 

vero bottega&bistrot
vero bottega&bistrot

VERO Bottega & Bistrot, la novità a San Benedetto del Tronto

Se avete voglia di un bicchiere post-lavoro, vi trovate nel luogo giusto!

Alla spina si alternano birre artigianali italiane di qualità (alcune sono anche marchigiane) ed è chiara tutta la ricerca che c’è dietro ad ogni singolo fusto.
E per gli amanti del vino? Niente paura, alla mescita ci sono verdicchi, rossi piceni e tante novità che accompagneranno degnamente sia l’aperitivo con il tagliere che il sandwich più strong. 

Ma mica se beve solo, come ce pensi!
Da VERO Bottega & Bistrot se magna e de che tinta!

Noi non abbiamo voluto esagerare, dovevamo tornare presto a casa, e quindi abbiamo ordinato “solo” il Club House Sandwich e il Gazza.
Il primo è un club sandwich classico ma con la differenza che diversamente dai soliti che si trovano in giro, questo è fatto veramente bene. Pane croccante, senape non troppo prepotente e un tacchina sfilacciato umidissimo. Si è capito che è stato il mio preferito?!

Mentre il secondo è uno special del periodo, sempre “modello sandwich” ripieno con Roast Beef fatto in casa, formaggio, rosti di patate, lattuga e cipolla cruda sott’aceto. Morbido, succulento e perfetto con il mio verdicchio.

VERO Bottega & Bistrot, la novità a San Benedetto del Tronto

Chiacchierando con i due giovani gestori ci hanno raccontato un po la loro storia, dopo anni passati a calcare banconi, palchi e tavoli di diversi locali in Italia e all’estero.  Hanno infine scelto di fondere insieme le diverse esperienze cercando di creare un locale giovane, informale e allo stesso tempo trasversale nell’offerta.

Vogliono al contempo creare una proposta nuova, giovane ma anche strettamente legata al territorio ed ai piccoli produttori locali che sono la nostra bandiera. Massimiliano e Daniele credono, e questo ci accomuna, che il nostro terroir sia una vera e propria miniera d’oro per quanto riguarda materie prime e prodotti finiti. Ecco perchè sui loro taglieri, nei loro panini  e nei bicchieri che offrono sarà sempre presente un connotato tipicamente “local”.

Ah e se vi state chiedendo “ma perchè si chiama VERO?!”
Ecco la risposta:

“Un’altra delle nostre missioni è quella di spingere il nostro cliente a riavvicinarsi a quello che è il mondo craft o meglio del naturale: troppe volte oggi giorno andiamo a sacrificare sapori ed il piacere di un buon vino, birra o quant’altro per un discorso di prezzo o reperibilità, il nostro compito è poter far godere le vostre papille con tutti quei sapori VERI di una volta.”


INFORMAZIONI UTILI
Via dei Laureati, 39
63074 San Benedetto del Tronto (AP)
Tel. 345 684 4767

Clicca qui per cercarlo sulla cartina –> www.casatrippa.it/dove-mangiamo